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Quantistica o quantizzata?

Trovo che ci sia un uso un po' a sproposito del termine "quantistico" nel campo delle energie sottili.

Un po' come la luce l'energia sottile sicuramente si comporta a quanti (o a pacchetti) quando viene osservata ed in maniera continua (come un'onda) quando non viene osservata.

Questo fatto ha sicuramente indotto molti a considerarla al pari della luce, una grandezza "quantistica". Tuttavia l'energia sottile ha una caratteristica che la luce non ha: non tocca il mondo sensibile se non è presente un "osservatore". Di più: la qualità dell'osservatore determina l'impatto (ovvero la quantità di energia) che è in grado di arrivare a toccare il mondo fisico, e quindi la possibilità di cambiare il mondo visibile a tutti.

Questo effetto di quantizzazione spiega in parte perché i fenomeni non sono replicabili e perché non è al momento stato ancora possibile creare una unità di misura.

Certo se sviluppassimo strumenti atti a misurare la percentuale di efficienza di "quantizzazione" di un osservatore il discorso cambierebbe. A quel punto definito questo parametro sarebbe possibile cominciare a pensare di configurare una unità di misura delle energie che vengono mosse dagli operatori.

Il problema è che una simile ricerca non è alla portata di ricercatori indipendenti, e richiederebbe oltre a ingenti fondi una stretta collaborazione con dei fisici esperti di ampie vedute e numerosi esperimenti per confermare i dati.

Inoltre poiché l'evoluzione personale ed i fatti umani che ci capitano tendono a variare la percentuale di efficienza non è facile pensare ad uno standard che sia valevole nel tempo, senza contare la multi-dimensionalità degli aspetti su cui l'energia sottile va ad agire (non tocca certo solo il mondo fisico!).

La strada per portare sul piano prettamente scientifico e misurabile queste conoscenze ed esperienze è sicuramente lungo. Proprio per evitare di allontanare quei fisici che potrebbero essere veramente interessati a contribuire a questo percorso dovremmo evitare di usare a sproposito termini che arrivano da altre discipline, anche se per similarità ci sembra sensato.

Chi oggi si occupa di fisica quantistica ha un lavoro ben specifico, non ha senso usurpare i termini o il nome di quella disciplina per ottenere facile credibilità. Usiamo il termine "quantizzato" o "a pacchetti" invece di riempirci la bocca o volantini di "quantistico", almeno fino al giorno in cui non avremo definito il nostro "quanto".

Pace

Carlo

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